…In un contesto irrazionale, spesso surreale finanche dechirichiano quando arriva a lambire il mondo metafisico, si inseriscono le sue rappresentazioni ora astratte ora figurative, dove tutto cambia sebbene una costante si ripresenta sempre. Sono i nauti, una trasposizione dell’artista stesso e del suo animo, che si ritrovano come navicelle, battelli, cavalli o uomini alati (i novelli Icaro) a solcare questi ambienti irreali, fatti di luce e di colore, dove l’astratto sembra prendere forma e dare vita a una nuova realtà, quella dell’artista creazionista. Così il Maestro Medorini di opera in opera continua a perseguire il suo viaggio alla ricerca della sua Itaca (Lipari), viaggiando in un mondo sempre diverso e variegato, accompagnato dai suoi “nauti” verso la meta prescelta.
E’ lavolontà di tessere la propria vita e il proprio destino che porta Ulisse verso casa, verso la patria perduta, verso quella terra che lo porterà finalmente a ultimare il suo peregrinare per il mondo. Ma ecco che nella scena approda una figura femminile, oraazzurra, ora rosa, ora rossa di passione, ora marmorea: è la personificazione del viaggio stesso, o meglio ancora della meta da raggiungere… Marco Grilli, Storico e Critico d’Arte